Quando l'ho portata a casa, scaricandola di nascosto dal fuoristrada di mio padre, mi immaginavo già le battute critico-sarcastiche di chi l'avrebbe vista. "...ma è una bicicletta?"..."cos'è ruggine con le ruote?"...ma sei scemo a caricare in macchina un catorcio del genereeeeeee?!?!?!".
Eppure appena l'ho vista me ne sono innamorato: la forcella anteriore che fila in avanti ad aggredire la strada, il telaio grosso tipico degli anni '30 (quante buche avrà sopportato), quella cura nei particolari che oggi è introvabile nelle sue moderne pronipoti.
Non è niente di che...non è una blasonata Dei, Taurus, Bianchi....è una orgogliosa Atlas anni 30 che non ci sta ad essere scambiata per ferro vecchio. Sul tubo verticale si intravedono ancora residui di filettature dorate, doveva essere un bel mezzo quando era giovane. Copertoni e camere d'aria sono quelli dalla nascita, dei Michelin "prodotti in Italia" che chiedono pietà! Con pazienza certosina e un pò di c..o sono riuscito anche a trovare il suo fregio anteriore, che ho cercato di restaurare al meglio. 