martedì 29 gennaio 2008

Un pò di storia: Edoardo Bianchi.

Edoardo Bianchi nato a Milano il 17 luglio del 1865 era cresciuto nell’orfanotrofio dei “Martinitt” (di cui fu per tutta la vita uno dei donatori più generosi) ove gli erano stati insegnati i primi rudimenti della meccanica.
Il giovane artigiano ebbe una premonizione sul futuro del trasporto meccanizzato quando, nell’agosto del 1885 aprì bottega a Milano, in Via Nirone al n.7 e tra strumenti medici e ruote di carrozze, campanelli e attrezzi da cucina, gli capitò di dover riparare una bicicletta.

Capì immediatamente che il velocipede, con la sua efficienza, semplicità ed autopropulsione, poteva costituire il futuro del trasporto e concentrò tutti i suoi sforzi su di esso, sviluppando una propria filosofia: costruire un mezzo di alta qualità con i materiali migliori a disposizione.
Già nel 1888 la sua fama si era sparsa in tutta la città tanto da costringerlo ad allargare la sua officina che aprì in Via Bertani mentre gli affari andavano bene e la sua fama si accresceva di pari passo con la bontà delle sue creazioni: fu, ad esempio, il primo ad adottare, proprio in quell’anno, l’invenzione del veterinario scozzese John Dunlop e ad offrire alla propria clientela un prodotto d’avanguardia.
Aveva di nuovo allargato la propria bottega trasferendosi in Via Borghetto quando al giovane Edoardo capitarono due occasioni ch’egli seppe sfruttare a meraviglia e diedero la svolta definitiva alla sua azienda.
La prima fu quando la Regina Margherita, in vacanza a Monza, lo chiamò alla reggia. La richiesta era quella di insegnarle ad andare in bicicletta. In fretta e furia Edoardo costruì una bicicletta per la sovrana: pesava undici chili, era naturalmente celeste e portava sul telaio lo stemma in oro dei Savoia, aveva le manopole d’avorio ed Edoardo Bianchi la portò in un astuccio di legno foderato di velluto rosso.
L’impatto pubblicitario fu clamoroso: Bianchi fu insignito del titolo di “Fornitore ufficiale della Real Casa” e fu necessario impiantare addirittura una catena di montaggio per soddisfare le richieste di biciclette uguali a quella della regina che gli giungevano anche dalla Spagna, dalla Francia e dal Portogallo.
Il nuovo stabilimento sorse dalle parti della Bicocca ove esisteva una pista e dove spesso dava spettacolo, gareggiando, un altro giovane artigiano, Giovanni Tomaselli, un cremonese, nativo di Fiesco, che a Milano aveva trovato lavoro e si dilettava di ciclismo.
L’amicizia con Tomaselli fu la seconda grande occasione che Edoardo Bianchi seppe sfruttare. Era il 1899 e Bianchi, novello Re Mida che sapeva trasformare in oro tutto ciò che toccava, convinse l’amico, che aveva fatto entrare in società nella fabbrica, a correre il Gran Prix de la Ville di Parigi, un vero e proprio campionato del mondo di velocità che nessuno straniero aveva mai vinto.
Tomaselli, che era già stato campione italiano della velocità, si recò a Parigi insieme ai colleghi Ettore Pasini e Federico Momo e al Bois de Vincennes distrusse letteralmente la concorrenza (81 corridori di 12 nazioni) con una risonanza pubblicitaria simile a quella che si avrebbe oggi vincendo il Tour de France.
Ebbe l’accortezza di lasciar intendere che molta parte del merito delle sue vittorie andava alla sua strepitosa bicicletta celeste e una volta ancora la Bianchi si trovò ad affrontare un incremento delle vendite in tutta Europa che la fece avvicinare addirittura alla Peugeot nella stessa Francia.
Da allora, si può dire, quasi tutti i grandi campioni del ciclismo italiano, da Girardengo a Coppi, usarono le bici della casa milanese che già nel 1912 presentava un catalogo che comprendeva 14 tipi di biciclette mentre già aveva avviato la produzione di motocicli e motocarri, assemblava le moto da corsa per Tazio Nuvolari ed anche la favolosa e lussuosa automobile usata da Papa Pio XI.
Pochi anni prima della seconda guerra mondiale, quando già il grande stabilimento della Bianchi si trovava in Viale Abruzzi, Giovanni Tomaselli, preferì ritirarsi dalla società e tornare nella sua Fiesco ove acquistò quello che era stato il suo sogno sin da ragazzo, la cascina più bella di tutta la zona, l’Abbadia di Santa Marta, ove poté dedicarsi a molte attività soprattutto di carattere umanistico, in collaborazione con i Salesiani che vi fondarono un Istituto Professionale frequentato da moltissimi giovani e con l’appoggio del Vescovo Cazzani.

domenica 27 gennaio 2008

Ferrara expo: auto, bici e moto d'epoca.


Oggi pomeriggio sono riuscito a trascinare la mia ragazza all'esposizione di auto, bici e moto d'epoca a Ferrara zona Fiera. In realtà le biciclette erano la parte marinale della mostra, ma c'erano comunque, esemplari molto interessanti, anche se dai prezzi allucinanti. Cercavo un manubrio per la mia imperiale da donna anni 50...mi hanno sparato 150 euro. Inorridito non ho più chiesto un prezzo, mi sono limitato ad osservare, alcuni pezzi di particolare rarità, come questa bicicletta da barbiere, con il fanale applicato sul piano in legno.
Unico acquisto un bel campanello Umberto Dei anni 50, me la sono cavata con 15 euro. Sempre meglio delle squallide cineserie che vendono su ebay.

mercoledì 23 gennaio 2008

Ci scrive Andrea per le sue Dei.

Buongiorno, mi è da poco stata regalata una Umberto Dei mod. Sport, purtroppo non riesco a datarla ma si legge un numero sul telaio che suppongo sia quello di serie.
Ero interessato, nonostante sia in ottime condizioni a restaurarla leggermente, necessiterebbe in realtà solamente della serie completa di decalcomanie.
Su internet ho trovato le classiche scritte Dei, quello che non riesco a trovare sono le decalco delle freccie da applicare alla canna, parafango etc.
Potreste Aiutarmi?

Posseggo inoltre una Umberto Dei modello Regale da Donna totalmente originale del 1953 (è di mia Nonna), e mi piacerebbe sapere se esistono restauratori in zona Modena, non è molto rovinata ma necessita di alcuni ritocchi sulla vernice e ovviamente le decalcomanie.

grazie
Andrea Folegatti

martedì 22 gennaio 2008

Restauri: Edoardo Bianchi del 1953


Ecco un altro bel restauro del nostro amico Francesco dal quale trarre spunto. Si tratta di una Bianchi del 1953 impreziosita da una sella Brooks B33, dinamo Radius e da un maxi campanello in bronzo. Indubbiamente con una bici così non si passa inosservati.

lunedì 21 gennaio 2008

Problemi con il restauro di una Bianchi...

buongiorno,
mi rivolgo al vostro blog per avere alcune informazioni.
da poco mi sono attivato per recuperare una vecchia bicicletta bianchi (penso del 1953) appartenuta al nonno. Essendo appasionato di auto e moto d'epoca ho voluto non lasciare che questa bici finisse male....
al momento l'ho tutta sverniciata ed arrivato a questo punto dovrei provvedere a verniciarla il problema è che non riesco a reperire informazioni su quale sia il miglior tipo di verniciatura da eseguire (nitro, acrilica....) anche in considerazione del fatto che alcune parti dei parafanghi devono restare in metallo lucido, ed i colori esatti (se nero lucido od opaco), inoltre non capisco se il manubrio necessita di cromatura od altro trattamento.
avendo visto in rete il vostro blog ho pensato di rivolgermi a voi che sicuramente avete maggiore esperienza, con la speranza che possiate aiutarmi.
grazie per l'attenzione ed auguri per il vostro interessante blog.
cordiali saluti
Matteo

mercoledì 16 gennaio 2008

GIOCO: Umberto Dei...trova gli errori..


Ho trovato questa bicicletta in vendita su Ebay. Il neofita venditore descrive il mezzo come Umberto Dei del 1956 originale in tutte le sue parti...invece, ad un appassionato non molto più esperto, balzano agli occhi alcuni pezzi che con quella bicicletta non hanno nulla a che fare. Divertitevi ad individuarli...

martedì 15 gennaio 2008

Andar per mercatini...Lugo (Ra)


Domenica pomeriggio sono andato a visitare il mercatino di Lugo (Ra). Nonostante la giornata piovosa e fredda è stato possibile visitare le numerose bancarelle dislocate sotto i portici della piazza. Si poteve trovare proprio di tutto e tutto aveva un prezzo, neanche tanto basso. Sono rimasto impressionato (ma neanche più di tanto) nel trovare vecchi oggetti e attrezzi rurali (e c'era chi li comprava) arrugginiti e inutilizzabili, chiodi di vecchie travi, pezzi di veicoli da discarica e ogni persona era alla caccia di qualcosa di specifico o solo che ispirasse la loro fantasia, purchè si facesse un "buon affare". Magari si trattava delle stesse persone che poco prima erano recate in qualche centro commerciale di oggetti supertecnologici. Mentre osservavo con curiosità, e con un sorriso malinconico sulle labbra quei cimeli, pensavo che la società italiana era proprio strana, stretta dalla morsa del consumismo e del "tutto già vecchio", ma rivolta ancora al passato e capace ancora di cogliere le bellezze della piccola produzione artigianale e la semplice grandiosità di chi l'ha prodotto. Ho trovato questi due fanali da bicicletta anni '30 a pila, non funzionanti, rotti e molto tristi perchè nessuno li guardava a causa della loro inutilità. Con 10 euro li ho portati a casa.

lunedì 14 gennaio 2008

Restauri: Edoardo Bianchi da donna del 1947.

L'aver intitolato questo blog a Umberto Dei e alle sue Biciclette non deve essere un vincolo o un limite di discussione. Questo spazio è dedicato a tutti coloro che amano le biciclette e che vogliono raccontarci storie che abbiano per oggetto (o soggetto) il mondo delle due ruote e "dintorni". Con questo spirito ci ha scritto Francesco, mostrandoci con motivato orgoglio il restauro della sua Bianchi da donna del 1947.




^Movimenti originali con oliatori marcati bianchi 47.
^Sella Brooks b-18.
^Paraveste in corda elastica colorata.
^Coperture Michelin nero-ambra.
^Gruppo luce:dinamo Bosch Rotodyn,fanale CEV,fanalino anni 40 applicato sul carro posteriore.
^Manopole in legno di corniolo.
^Raggi neri verniciati.
^Cerchi Beretta in ferro cromato misura 26x1 3/8.

domenica 13 gennaio 2008

Radius: orgoglio ferrarese.


Da buon ferrarese mi piacerebbe saperne di più sui prodotti Radius, ditta storica di fanali e dinamo utilizzati dalle marche più blasonate di biciclette. Purtroppo questa ditta non esiste più da molti anni ma vorrei ricostruirne la storia, con il contributo di tutti voi. Le informazioni sottostanti sono state fornite da un appassionato concittadino che ringraziamo.

La ditta Radius non esiste più e nessuno ha mai rilevato il marchio. Nei locali della Radius adesso c’è la sede dei vigili giurati. Il proprietario aveva imparato a fare le dinamo e fanali lavorando in Germania alla RADSONNE - altra marca blasonata del settore. Ritornato a Ferrara apre la fabbrica e, forse per ricordare l’esperienza acquisita, chiama la nuova ditta RADIUS.
Una sottomarca della Radius più economica era la FAOS di cui si trovano spesso dei buoni elementi.
I fanali Radius venivano fabbricati a Ferrara nei modelli A-B-C-dal 1927 al 1942 e sono quelli "grossi" schiacciati detti "a cipolla"; nel 1942 viene costruito un modello uguale al B 49 ma senza la plastica rossa e con la campana in ferro, contrariamente alle altre in ottone; dal 49 al 52 veniva costruito il B 49, cromato senza la ghiera posteriore di regolazione del fascio di luce che invece era montato sul B 52 ultimo modello della Radius.
La Bianchi montava il suo fanale e dinamo marcati Bianchi ma montava come la DEI anche altre marche italiane e straniere; i modelli di fanali che venivano montati erano quelli costruiti negli anni di costruzione delle bici.

venerdì 11 gennaio 2008

Restauri: come reinterpretare una Umberto Dei Imperiale anni 80

Inauguriamo oggi la rubrica "Restauri", cominciando con una Umberto Dei Imperiale da uomo risalente ai primi anni 80. La bicicletta presentava le cromature offuscate e iniziali attacchi di ruggine, notevoli mancanze di vernice nei parafanghi camuffate sommariamente con del pennarello nero indelebile, inoltre alcune decalcomanie sono state eliminate e sostituite perchè collocate in maniera errata, sono state aggiunte le "greche" o puntali e le linee dorate che le collegano. Tutta la vernice è stata "rifrescata" attraverso una verniciatura "a tampone" e stesa una mano di vernice trasparente ad effetto lucidante per fissare al meglio le decalcomanie. La sella (non originale) è stata sostituita con una Brooks B33, il fanale anteriore è stato sostituito con un altro di dimensioni più generose a doppia lampadina e quello posteriore con un Sebac Astor II a graffetta, la dinamo è ora una Radius B52 (non presente in foto). E' stata effettuata inoltre la sostituzione delle camere d'aria dei pneumatici Michelin World Tour, aggiunti borsello sottosella e campanello.

Potete inviarci le foto e la descrizione dei vostri restauri all'indirizzo email blogumbertodei@libero.it .

martedì 8 gennaio 2008

Un pò di storia..


Umberto Dei era già un meccanico apprendista quando ha iniziato la sua carriera come costruttore della sua prima bicicletta nel 1896, ma purtroppo per i suoi scarsi mezzi finanziari, dovette limitarsi alle costruzione di biciclette per piccoli commercianti locali e modelli da corsa per i suoi amici e compagni che correvano con lui e che pagavano in anticipo il costo dei materiali di costruzione. Era il 1897 quando Umberto Dei fu selezionato dal UVI e fu mandato a Parigi con tre altri corridori italiani per partecipare ad una corsa con i corridori francesi più noti del tempo.
Gli italiani vinsero la concorrenza francese e Umberto contribuì molto efficacemente alla vittoria, disponendosi in seconda posizione dietro il Minozzi, allora campione italiano. Dei fu molto orgoglioso del piazzamento anche perché utilizzava una bicicletta autocostruita per quell’occasione ed i suoi compagni di squadra sostennero che la bici era più veloce perché aveva avuto la capacità di alleggerirla al massimo rendendo gli orli più stretti.
Da quell’anno, Umberto Dei si trasformò in rappresentante della bandiera Italiana per la costruzione di bici da corsa e l’ascesa costante dei suoi prodotti iniziò, nonostante i suoi mezzi finanziari era ancora abbastanza limitata, ma ciò nonostante i professionisti migliori (già pagati dagli altri creatori) cominciarono a scegliere lui per la costruzione delle loro bici speciali e lo stesso accadde con molti corridori stranieri.
Successivamente all’ ANCMA (fiera commerciale della bicicletta di Milano), nel 1929, Dei espose le sue bici appese a dei fili , indicando cosi la leggerezza delle bici rispetto a quelle più comuni, così facendo attrasse gli sguardi di tutta la stampa e di tutta la gente.

Umberto Dei si trasferì in seguito nei nuovi locali in via Pasquale Paoli, 4 decisamente più grandi del negozio precedente dove ebbe il periodo di produzione più grande.

Per molti anni, fu coinvolto in quasi tutti i tipi gare ciclistiche di tutte le specialità , con la sua marca vinceva tutti i tipi di campionati e di corse classiche, sulla pista come sulla strada, sia in Italia che all’estero.

Durante gli anni che seguirono la guerra del 1915-18, Dei ebbe un’altra grande idea e costruì numerosi modelli con le caratteristiche speciali per i reduci e per gli handicappati.

Nel 1936, durante le Olimpiadi di Berlino, Dei ebbe la soddisfazione eccezionale e bene-meritata di incaricato per fornire le bici per i corridori delle delegazioni ufficiali di molte squadre straniere come l’Argentina, il Brasile, l’Egitto, l’Uruguai, il Perù, la Romania, la Bulgaria, Colombia e la Turchia.

Questa preferenza cospicua fu prova sicura della superiorità riconosciuta dei prodotti di Dei, pur costando considerevolmente più di quelle dei competitori.

Nel 1923, fu eletto il presidente del Unione Veterani Ciclisti Italiani, Umberto Dei fu il promotore del premio “di Costamagna„, “del Premio Romolo Buni e “del Premio G.F. Tommaselli.„ Durante il triste anno 1943, la maggior parte della sua sede venne distrutta dal bombardamento e fu costretto ad interrompere la sua produzione. Tuttavia, pur avendo perso drasticamente la gran parte della sua fortuna e benche già avanti con gli anni si ristabilì nei nuovi locali di via San Vincenzo dove restitui rapidamente la sua marca alla più alta considerazione

domenica 6 gennaio 2008

Benvenuti a tutti!

Questo blog è dedicato a tutti gli appassionati di cicli a bacchetta in particolare le mitiche Umberto Dei.
E' una sede aperta a tutti quelli che vogliono condividere questa passione, neofiti ed esperti. Cercheremo insieme di ricostruire la storia di una delle marche che hanno fatto grandi l'Italia e che dovrebbero essere tutelate dall'oblio del consumismo e dall'invasione di oggetti prodotti su larga scala.
Saranno pubblicate discussioni ad intervento libero, ma potete invare vostri articoli e vostre foto a blogumbertodei@libero.it.

Enrico Belletti